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Tiliaventum

DEISON/MINGLE

(CD box, Loud!/Final Muzik, 2017)

01. Arteria 05:03
02. Tiliment 05:18
03. Agane 05:05
04. La Piena 04:57
05. Sotterraneo 06:10
06. Grave 04:29
07. Pietra Viva 04:10
08. 21.00.12 04:36
09. Savalon 04:57
10. Nel Tuo Letto 04:17
11. Ajar e Aghe 05:14

Dopo diversi anni dal suo concepimento, “Tiliaventum” è finalmente pronto; si tratta di un progetto ideato da Sandra Tonizzo che, assieme a Deison & Mingle rende omaggio al fiume Tagliamento; un luogo dell’anima descritto in 11 istantanee che nel tempo hanno raccolto i contributi sonori di vari musicisti/amici che condividono lo stesso amore per il fiume.
Il disco disponibile a fine giugno esce in una edizione limitata in box CD con libretto 16 pagine, co-prodotto da Loud! e Final Muzik.

Tiliaventum 
da un’idea di Sandra Tonizzo 
suoni: Deison e Mingle 
parole: Sandra Tonizzo 
foto: Deison / Tonizzo 
grafiche: Deison / Matteo Gremese disegni: Giulia Spanghero 
Deison: nastri, elaborazione elettronica 
Andrea Gastaldello (Mingle): tastiere, trattamenti elettronici

Registrato, assemblato e missato tra maggio ed agosto 2016 al Tower Home Studio di Mingle ed il 1st Floor Studio di Deison. Masterizzato da Gianclaudio Hashem Moniri
un pugno di ghiaia di Tony Longheu (Yton) e Lorelei Facile su “Tiliment” 
colpi e battiti di Matteo Dainese (Il Cane) su “La Piena” 
onde dall’altra riva di all my faith lost… su “Grave” 
manciate di sassi di Alberto Novello (JesterN); rami e foglie di Maba (Len) su “21:00:12” 
elettronica fangosa di The Haunting Green; corde vocali di Anna; plettro, claps e corde storte di xoX su “Ajar e aghe” (testo di Anna Comand) 
Grazie: Alberto Novello, Federico e all my faith lost…, Manuel Barel (Maba / Len), Cristiano Perin 
e The Haunting Green, Tony, Anna e Davide (Aghe di Flum), Giulia Spanghero, Francesco Tollis, Roger Foschia, Francesca Tuzzi e Hybrida, xoX, Matteo Dainese, Gianclaudio, Matteo Gremese, Gianfranco Santoro.

Released July 06, 2017.


ALBUM OF THE YEAR ON THE” BLOW UP” MAGAZINE’S PLAYLIST BY VITTORE BARONI


TILIAVENTUM SU SODAPOP

Se la memoria non mi inganna siamo alla quinta collaborazione tra Cristiano Deison e Mingle (Andrea Gastaldello), il duo fin da subito ha sfornato dischi notevoli e anche questo Tiliaventum non è da meno: ci troviamo immersi in una elettronica ambientale fatta di suoni e atmosfere, a cui hanno collaborato un bel po’ di ospiti. Ma cominciamo dall’inizio: protagonista di Tiliaventum è il fiume Tagliamento (it.wikipedia.org/wiki/Tagliamento), di cui da grande ignorante in geografia non conoscevo nulla; ci ha pensato questo disco ad aiutarmi, soprattutto da un punto di vista emotivo e immaginifico che ai miei tempi non trovai, purtroppo, sui libri di geografia delle scuole. L’approccio è più quello di William Least Heat-Moon (en.wikipedia.org/wiki/William_Least_Heat-Moon) e non ho citato uno scrittore per caso, poiché la vera sorgente (…) di Tiliaventum è Sandra Tonizzo (sandratonizzo.wordpress.com), ideatrice che contribuisce con i testi presenti nel booklet, per nulla secondari rispetto alla musica: le parole trascinano rapidamente il lettore nella dimensione onirica e malinconica che viene poi espansa dalle musiche, con storie, descrizioni, poesie davvero magiche. Altro elemento importante e per nulla secondario è quello delle tante immagini contenute nel bel cofanetto: c’è pure un sassolino, per far sì che si possa anche toccare un microscopico frammento che compone il fiume. Deison e Mingle, oltre a trattare ed elaborare il tutto, si occupano di field recordings e suonano rispettivamente nastri e tastiere negli undici brani del disco, assieme ai contributi di vari altri musicisti: All My Faith Lost…, The Haunting Green, Miss Xox, Matteo Dainese, Tony Longheu (Yton) e Lorelei Facile, Alberto Novello (JersterN), Maba (Len), Anna Comand e Giulia Spanghero; nel complesso dal punto di vista più strettamente sonoro ne viene fuori una ambient “concreta” davvero eccellente e di qualità cristallina. La fruizione del materiale sonoro, visivo, testuale e perfino tattile non è dispersiva come si potrebbe pensare, ma ha la dote di portare ad un risultato semplice e coeso nell’esprimere le emozioni legate a questo fiume e alla sua terra, regalando una esperienza davvero notevole e intrigante

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TILIAVENTUM SU ONDAROCK

Il fiume come forma simbolica di un attraversamento emozionale di tempo e spazio, un percorso cangiante virato verso un “cuore di tenebra” in cui affluiscono canali intrecciati come arterie umane: tutto questo è “Tiliaventum”. Il nuovo album di Deison e Mingle, nato e cresciuto da un progetto ideato da Sandra Tonizzo, è un ritratto di un ecosistema fluviale complesso, il Tagliamento, attraverso lenti che si sono abbeverate a fonti dark-ambient e post-industrial. 

I due musicisti, reduci dalla fine della loro trilogia, qui navigano in percorsi altrettanto oscuri e personali, coadiuvati da compagni di viaggio che li aiutano a tratteggiare le forme sonore di un’entità viva e pulsante come lo è il fiume del Friuli-Venezia Giulia. Sfuggendo ogni intento meramente documentaristico, “Tiliaventum” vuole suggerire immagini, storie e parole che restituiscano la complessità di un ecosistema ramificato nel tempo, modificato dall’Uomo ma che, alla stesso tempo, resiste all’intervento umano in quanto forma naturale di “alterità irriducibile”. Il fiume come diagramma sonoro ed emozionale è capace di assorbire e restituire corpi estranei e i residui del tempo passato come, ad esempio, le tracce del terremoto che ha devastato il Friuli negli anni Settanta.

Qui si spazia tra le stratificazioni drone-ambient della multiforme “Arteria” e il delicato incedere di “Tiliment”, che un po’ ricorda un certo ambient scandinavo stile Northern Electronics (Varg), oltre che certe uscite dei primi anni Zero, targate Raster-Noton. Il viaggio psico-geografico non disdegna momenti intimisti tratteggiati dalle tastiere di Mingle e dai nastri manipolati da Deison, come avviene in “Agane” o “Grave”, o con episodi in cui complesse e non banali ritmiche post-industriali prendono il sopravvento, come su “La Piena”, per poi defluire verso profondità ctonie in “Sotterraneo” e in “Pietra Viva”.

“21:00:22” è un episodio ispirato a dei rifiuti che si trovano sul greto che i musicisti immaginano provenire dai resti del terremoto. Il brano rievoca un po’ le sonorità dub-dark ambient del progetto Nerva (lo stesso Mingle coadiuvato da Andrea Bellucci) oltre ad alcuni episodi particolarmente riusciti e a fuoco della trilogia di Deison e Mingle. “Savalon” e “Nel tuo Letto”, invece, oscillano entrambe tra l’etereo e l’apertura verso la melodia e sprazzi di luce tra gli alberi che possiamo intravedere anche a pelo d’acqua.
Una gradita sorpresa è la voce di Anna Comand in “Ajar e aghe” per un brano ambient-folk ispirato (come “Agane”) agli spiriti che abitano il fiume.
Molti gli ospiti e i collaboratori dell’album. Le note che accompagnano il disco recitano:

“un pugno di ghiaia di Tony Longheu (Yton) e Lorelei Facile su “Tiliment”
colpi e battiti di Matteo Dainese (Il Cane) su “La Piena”
onde dall’altra riva di all my faith lost… su “Grave” manciate di sassi di Alberto Novello (JesterN); rami e foglie di Maba (Len) su “21:00:12”
elettronica fangosa di The Haunting Green; corde vocali di Anna; plettro, claps e corde storte di xoX su “Ajar e aghe” (testo di Anna Comand)”.

“Tiliaventum” esce in cd per Final Muzik in un’elegante confezione che si avvale dei bei disegni di Giulia Spanghero e, al suo interno, contiene anche un piccolo sasso prelevato dalle rive del Tagliamento. L’album presenta un ricco booklet con foto di Deison e Tonizzo. Le parole di quest’ultima accompagnano degnamente il lavoro e ne fanno attivamente parte, capaci come sono di evocare l’essenza di un fiume che qui diviene anche un habitat dell’anima.

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TILIAVENTUM ON A CLOSER LISTEN

One needs a poet’s heart to appreciate the wrapped gift of Tilaventum: a stone from the river included with every physical purchase. Mine is a perfectly rounded skipping stone, so I’ll need to resist the urge to try it in my own sea. An instant connection is formed across bodies of water, across continents. The photos show that many stones are ringed; my grandfather once told me that such stones are good luck.

Stretching from the Alps to the Adriatic, the 111-mile gravel bedded Tagliamento River (whose Latin name is used in the title) incorporates glacial melt and the shade of black pines. It serves as a border, but is known more for its beauty. The current project, designed by Sandra Tonizzo, offers a tactile impression to accompany the music and keepsake box. One holds the stone in the palm and wonders at the impact of a river so beautiful that it turns the music of Deison and Mingle from dark to light.

Yes, this is the same duo whose music has been (pleasantly) unsettling people for years. But there’s something about the Tagliamento that calms the soul, and is translated to this release. The CD feels different from the duo’s other projects: more restrained, even reverent. The beats are still present, but the textures are more important. The river itself makes an appearance on “Tilament”, along with the sounds of birds in the trees. One imagines a river journey by boat or on foot. For a while, the album simply flows, awash in ambient touches like floating leaves. Not until the fourth track do we hear the expected Deison | Mingle sound, as the drums presage the entry of a nearly industrial timbre. At this point, it comes as a surprise, an accumulated density that imitates the collection of debris around a bend. After this, one begins to imagine the album not merely as a reflection of a river, but of the things that might happen along the river. The Tagliamento is not just a body of water, but an ecosystem, a divider, a bearer of history.

The processed river sounds add a sense of mystery. “Sotteraneo” (“Underground”) is as murky as its namesake, a descent into unknown territory, while “Grave” rattles with dark pulses. In these tracks, we are able to form a connection to the duo’s prior material. But there’s also a sense of excitement, found in the splashing of “Pietra Viva” (“Living Stone”). Water is the foundation of life, and life and death are always intertwined. In “21.00.12”, the battle finally breaks the boundaries, with electronic horns like trumpet calls and the sound of clashing swords. The banks are overflowing. But then, as they are wont to do, as they have been doing since the beginning of time, the waters recede, revealing soft placidity. The cycle is complete, ready to start anew, as sure as the stone thrown in the river will eventually find its way back to the banks. (Richard Allen)

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TILIAVENTUM SU SHERWOOD.IT

Un cofanetto che a ben ascoltare, avvicinandolo lentamente all’orecchio, sussulta e vibra, manda echi e pesa di liquida materialità. Nasconde molte cose al suo interno ma la prima a colpirti è la presenza di un semplice sasso di fiume, una falsa semplicità a ben guardare, che si palesa in tutta la sua bellezza quando lo prendi nel palmo della mano ed inizi a fissarlo con attenzione. Migliaia di anni lo hanno levigato lasciando però piccole fessure nelle quali abitano i riflessi del tempo remoto, altre vite segnate da una stretta linea bianca, roccia di natura diversa saldata con la pazienza dei secoli e perennemente immersa nel respiro di un fiume che scorre per 170 km. lassù, nel Friuli-Venezia Giulia, Tagliamento si chiama, Tiliaventum o Tiliavemptus, Tilavento, Tiliment, Tilimint, Tuliment, Taiament e chissà quanti altri nomi ancora, perduti nel tempo. E’ a questo lungo e intrecciato serpente che Deison e Mingle hanno dedicato il loro ultimo lavoro, un progetto nato da un’idea di Sandra Tonizzo al quale hanno partecipato musicisti, scrittori, fotografi quali: All My Faith Lost…, The Haunting Green, xoX, Matteo Dainese, Tony Longheu (Yton) e Lorelei Facile, Alberto Novello (JersterN), Maba (Len), Anna Comand e Giulia Spanghero. Anche nel caso del duo in questione, il contenuto esce dal canone di ricerca usato abitualmente. Pur mantenedo saldi i ‘fondamentali’, Deison e Gastaldello iniziano un dialogo intenso con la parte più umana e natura-le (Arteria – Tiliment – Agane) del suono, del loro intimo dialogo con il fiume percepiamo la fascinazione. Il loro è un racconto scandito dal passare dei millenni, dai bruschi cambiamenti, dal contatto diretto con il greto di un corso mai simile a sé stesso. Così dovrebbe essere per il suono, così è per certi suoni, i più intimi e struggenti, quelli celati dentro le rilucenti fessure di un piccolo sasso di fiume.

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TILIAVENTUM SU TRACKS

Dopo diversi anni dal suo concepimento, Tiliaventum è pronto; si tratta di un progetto ideato da Sandra Tonizzo che, assieme a Deison & Mingle rende omaggio al fiume Tagliamento; un luogo dell’anima descritto in 11 istantanee che nel tempo hanno raccolto i contributi sonori di vari musicisti/amici che condividono lo stesso amore per il fiume.

“Apparentemente un fiume qualsiasi (dal passaggio su uno dei suoi ponti può sembrare solo una distesa grigia di sassi) è invece un ecosistema estremamente prezioso ed è ritenuto l’ultimo corridoio fluviale intatto delle Alpi. Per la sua conformazione primordiale viene studiato da ricercatori di tutto il mondo per rinaturalizzare altri fiumi urbanizzati. La storia di questo fiume si dipana in un groviglio di meandri azzurri che cambiano continuamente e che da una stagione all’altra danno coordinate diverse: Cambogia senza le guglie dei templi, Caraibi col ghiaccio nell’acqua e che dall’alto sembrano il sistema arterioso umano”. 

Deison & Mingle traccia per traccia
Il disco, dai tratti come d’abitudine per i due sperimentali e d’avanguardia, si apre con Arteria, un flusso continuo di suoni che ogni tanto è intervallato da intromissioni in profondità. Tiliment rende la presa più leggera, ma mentre le sensazioni si assottigliano, crescono i movimenti sotterranei.

Emozioni rarefatte quelle trasmesse da Agane, mentre si rompono gli argini con La Piena, che tuttavia non è così torrenziale come ci si potrebbe attendere. Sotterraneo torna a modalità più contenute e intime, ma c’è un qualche fenomeno in crescita in arrivo. Grave è sommessa ed elettrica, liminare e in chiaroscuro.

Pietra viva, opponendosi ai brani precedenti piuttosto “stabili”, mette in atto una crescita sonora. La crescita porta a un brano tra industrial e metal come 21.00.12, seguita da un ritorno a certe tranquillità con Savalon. Si viaggia verso il finale con la morbida ed eterea Nel tuo letto, prima che il viaggio del fiume si concluda con Ajar e Aghe, unico episodio cantato, da Anna Comand, con delicatezza e quasi timidezza.

Un altro lavoro notevole di Deison & Mingle, che questa volta fotografano lo scorrere, anche temporale, di un grande fiume utilizzando le armi di sempre ma anche una sensibilità adatta al flusso.

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TILIAVENTUM SU SOWAHT

Materia in costante divenire, un corpo che vibra incessantemente plasmando un universo eterno sempre simile e mai identico. Non semplice luogo geografico e mero elemento del paesaggio, il Re dei fiumi alpini è innanzitutto un susseguirsi di potenti scenari nei quali proiettare un indefinito e irregolare flusso di sensazioni.

È questa sua immaginifica essenza ad emergere incombente da “Tiliaventum”, complessa opera a più voci costruita attraverso una sapiente stratificazione espressiva che vede intrecciarsi e fondersi le parole e le immagini di Sandra Tonizzo e i suoni del consolidato duo costituito da Cristiano Deison (autore anche di alcune delle fotografie) e Andrea Gastaldello, che tornano a collaborare a breve distanza dalla pubblicazione del capitolo conclusivo del loro trittico postmoderno.

Una sequenza dolorosamente tangibile di trame sintetiche e schegge melodiche, combinata ad estratti ambientali e frammenti risonanti derivanti da fugaci ma significativi contributi, costruisce una intricata cartografia emozionale in cui il dato oggettivo diventa marginale, una mappa sonora che trova puntuale corrispettivo nella componente lirico/visiva che ne espande la portata senza mai diventare ridondantemente sovrapponibile. Il tracciato plasmato racconta di una pulsante irruenza che si può avvertire nitida in superficie (“Arteria”) o captare crepitante ed oscura invisibile allo sguardo (“Sotteraneo”), una forza capace di tramutarsi in minaccia deflagrante (“La piena”) nella cui eco riemergere il ricordo di ferite profonde (“21.00.12”) fino a sciogliersi in placide espansioni di inquieta contemplazione (“Nel tuo letto”). Una tensione vitale che si ritrova tradotta ocularmente in visioni che colgono ostinate lame di luce che si stagliano su acque apparentemente immobili , distese in cui giacciono come corpi inerti quegli stessi legni spogli che attraverso la densa foschia tentano di raggiungere un altro cielo.

Nel suo magmatico incedere inesorabile, si sprigiona nitido da “Tiliaventum” il legame indissolubile tra queste terre permeate da una moltitudine di spiriti e chi le vive cogliendone ogni più remoto recesso, ogni minimo dettaglio che continuamente aggiunge un nuovo tassello ad una storia di cui si ignora il principio e la fine.

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TILIAVENTUM SU LE PATRIE DEL FRIUL

A svicinâ l’album ae orele, si pues sinti a sdrondenâ, vibrâ e cori il flum che ducj i furlans, des monts aes vals, a cognossin ben: il Tiliment. Ricuarts e notis acompagnadis di un clap a componin la custodie dal gnûf album di Cristiano Deison e Andrea Gastaldello, in art Deison & Mingle, compositôrs di musiche eletroniche, sperimentâl.
Tiliaventum, produsût sot de etichete Loud! e Final Muzik e publicât a Lui, al è un dialic tra i artiscj e il Tiliment, metût dongje intun album fat di undis tocs musicâi, fotografiis, imagjins e dissens realizâts di Giulia Spanghero, poesiis e tescj componûts de ideadore dal progjet Sandra Tonizzo.
La conte dal Tiliment e je la conte che e torne a percori agnorums, cambiaments plui o mancul imburîts. Su la fonde di chest e je ancje la sielte di vê dât il titul di Tiliaventum, come che al vignive clamât in origjin par latin. Cussì a son ancje il sun e lis notis che a slusin jenfri lis fressuris dal piçul clap che si cjate dentri te custodie. Un album che al conte storiis di altris timps, di altris vitis.
I doi artiscj a omazin, midiant de tastiere di Mingle e dai nastris manipolâts di Deison, un flum simpri in mude. Il flum al è duncje la forme simboliche di un passaç dal timp e dal spazi, un percors emozionâl dulà che si cjatin vitis e storiis, come che a son i ramaçs che si incrosin sul so jet.
Propit par rapresentâ cheste metafore, de incrosadure di vitis e storiis, a son intervignûts tancj artiscj e amîs. Come che si lei tes notis de custodie, o cjatìn un pugn di grave di Tony Longheu e Lorelei Facile, colps e bati di Matteo Dainese, ondis di là dal flum cun All My Faith Lost, une grampe di claps di Alberto Novellom, ramaçs e fueam di Maba, eletroniche pantanose di The Haunting Green, lis cuardis vocâi di Anna Comand e il pletri, claps e cuardis stuartis di Miss XoX.
Insiemi, ducj chescj artiscj a proponin un viaç psico gjeografic cun moments intims e malinconics. A partî dal prin toc, Arteria, dulà che si sintin i suns a cori come intun flus dal flum, tantis voltis rot di notis plui profondis. Tiliment al ripuarte invezit suns plui lizêrs, fasint cressi i moviments soteranis.
Agane al trasmet emozions svoladiis che a van a colmâsi cu lis notis torenziâls di La Piena. Sotterraneo, al zuie su notis plui trancuilis e intimis che però a van a finî cun Grave, deventant eletrichis e metalichis.
Pietra Viva al è il toc dulà che di plui si sint la cressite sonore, che e va a finî cu lis musichis “metal” di 21.00.12: une cjançon fuarte che nus fâs imagjinâ tocs di refudums che a ricuardin i segns dal timp passat, cusì come testemoneancis lassadis dal Taramot aes 21.00.12 dai 6 di Mai dal ’76.
Savalon nus torne a puartâ te trancuilitât, fin a rivâ a Nel Tuo Letto che nus fâs imagjinâ la lûs che e filtre tra i ramaçs, prin che il viaç al finissi cun Ajar e Aghe, toc delicât in stîl “ambient folk”, e l’unic cjantât de vôs di Anna Comand.
Par comprâ l’album e vê in cjase un toc di Tiliment e i ricuarts indelebii che nus lasse, lait a butâ un voli al sît 

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TILIAVENTUM SU KATHODIK

Ci sono storie e parole, la pietra rovistata senza tregua dal flusso e la pietra immobile nella polvere della stagione secca.
C’è il trascorrer delle stagioni e poi giorni e anni.
Ricordi bellici e rifiuti tossici assortiti (interrati o in fiera bella evidenza).
Foto di famiglia in esterno festa e fermo immagine di arcaici rituali.
Il sopra azzurro, che certe terse giornate d’inverno ti mozza il fiato e l’altro azzurro scorrimento, in cui ogni sfumatura di colore affoga.
Il fiume, la sua vicinanza che bisbigliante o ruggente accompagna.
L’ostinazione dell’uomo nel perimetrare e limitar quel che non si potrebbe, quasi l’unico scopo fosse quello di uscirne con l’ossa rotte.
L’omaggio al Tagliamento, ideato e organizzato da Cristiano Deison (nastri/elaborazione elettronica) e Sandra Tonizzo (parole), col supporto di Andrea Gastaldello (aka Mingle, tastiere/trattamenti elettronici), suggerisce, invita e non svela.
Fra increspature traslucenti di simil larsen in armonizzo (Arteria), notte che avvolge paura (La Piena), rintocchi metallici, camere d’eco e un gioiello di canto italiano/friulano (Anna Comand in Ajar e Aghe).
Nebbie, incanti, tragedie, il peso delle ossa e corpi in notturno avvicinamento.

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