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Cold Star: A Noise Inc.

DEISON CRANIOCLAST

(CD, 13/Silentes,2025)

Acerba Animi
1 Sonic Declarations….8:30
2 Disconnect Solaria….6:43
Mit Brennender Sorge
3 Acts Candor Elision….10:26
4 Ricalcando Tossine Or Der Sankt Traummartinszug….6:41
Rerum Novarum
5 Add Necrosis Tonal….6:58
6 Loss Draconic Tenia….5:29
7 Nico Closed Sinatra….27:50

Cold Star: A Noise Inc. is a collaboration between Deison and Cranioclast. From 2019 to 2024 there were continuous virtual exchange processes to create long sound-themes. The sounds where recorded, collected and manipulated by Deison at 1st Floor Studio and by Soltan Karik with the virtual succour by Sankt Klario. Tracks are segmented as circular encyclicas and the notorious use of anagrams is adopted for each title.

Thanks to Michael from Kallabris, who helped initiate the collaboration and read the text Sankt Traumartinszug / Saint Traumartin’s Procession by Soltan Karik at the end.

released February 28th, 2025.


COLD STAR: A NOISE INC: ON ANXIOUS MAGAZINE

Cos’è il suono? Fenomeno invisibile, vibrazione udibile? Ce lo poniamo da sempre e rispondiamo sotto forma di indagine o esplorazione del suono. O forse entrambe le cose contemporaneamente? L’odore della trascendenza aleggia nell’aria.

La risposta, una delle tante disponibili oggi, è Cold Star: a Noise Inc. , scritto da Deison e Cranioclast, e pubblicato pubblicamente nella sua interezza su CD o nel suo moderno equivalente file “virtuale”. Entrambi i progetti generano ed esplorano la zona audio da anni, addirittura da secoli (nel caso di Cranioclast), regalandoci gustosi bocconcini di enigmi sonori. Solo alla fine dell’anno scorso Deison ha pubblicato l’eccellente Due Scritti Imperfetti con Giancarlo Toniutti e Massimo Toniutti , senza dimenticare i titoli da solista e le collaborazioni con MB, John Duncan, KK Null e più di recente con Cranioclast. È qui che la leggenda tedesca del post-industriale in senso lato ha rivelato il suo successivo volto anagrammatico. Operando in segreto come duo, nascondendosi dietro pseudonimi creati dalle lettere del nome del progetto, ogni pubblicazione successiva è una dissezione letterale di Cranioclast (o Kranioklast). Anagram divenne anche la sigla di Cold Star: a Noise Inc. Il titolo dell’album, così come tutte e sette le canzoni, non sono altro che un riarrangiamento di Deison Cranioclast. Tra il 2019 e il 2024 c’è stato uno scambio costante di “idee” per accumulare la quantità necessaria di materiale per creare composizioni allungate. Processo: questa parola riflette perfettamente il metodo di lavoro, che nella fase finale si è articolato in encicliche (un tipo di lettera scritta dal Papa, indirizzata ai vescovi e ai fedeli). Un altro passo avanti per infittire ulteriormente il mistero.

Ciò che colpisce per primo quando si scopre questo mistero è una tavolozza sonora estremamente ricca e un ampio spettro di frequenze. Le fonti sonore originali rimarranno probabilmente segrete e l’ascolto ripetuto rivelerà solo un frammento di verità guidato dal proprio sentimento. Il concetto guida la disposizione della tavola. A partire da motivi ritmici e percussivi così deformati ed elaborati da apparire come una struttura vibrante distribuita in uno spazio così libero che nulla la limita. L’immaginazione suggerisce tamburi processionali distorti fino a rivelarsi come temporali all’orizzonte che annunciano l’avvicinarsi della processione, un modo interessante di dare un sapore rituale all’insieme. Il rumore che si affievolisce ci introduce alla seconda enciclica, questa volta derivando il RITMO in sé. Monumentale nel suo essere, scorrevole e ricco di bassi, ci conduce attraverso le parti notturne e sveglie della mente. Ricordate Re entry (Techno Animal, prima che diventasse una cosa hip-hop) pieno fino all’orlo del ritmo pulsante dell’oppio del Mastodon Americanus in marcia – qui forse in una forma più scarna, ma con l’aggiunta di segnali ricevuti dal radar o inviati? Chi lo sa.

Non può essere troppo facile e prevedibile. La degradazione ritmica inizia lentamente, trasformandosi in un crepitio elettrostatico che si dissipa con l’avvicinarsi del crepuscolo. Oggetti metallici appesi o strumenti a percussione messi in movimento ci regalano suoni metallici immersi nel magma dei bassi distesi che si diffonde sul terreno. L’incertezza è in agguato dietro l’angolo, suscitando ansia… non la curiosità dell’alchimista e delle sue penetrazioni proibite, ma ciò che si nasconde dentro. Qualcosa che, da un lato, riporta al qui e ora, sono voci umane, da lontano, moltiplicate, protese, riflesse, per rivelarsi sotto forma di accoppiamenti, canti di sirena coperti da un sottofondo orchestrale suonato alle spalle. Stiamo assistendo a un nuovo mondo sonoro anagrammatico, creato dalla sua diversa configurazione?

Ricordiamoci che la musica non è solo ritmo e pulsazione, ma anche melodia e colore. Con il loro aiuto, puoi creare un’atmosfera, dipingere uno spazio e trasmettere messaggi nascosti. Proseguendo, sperimentiamo uno stato superiore creato da una processione di bassi mutati e leggermente distorti che vibrano all’interno. È come guardare il diaframma di un altoparlante prendere vita, pieno di basse frequenze e di quei minuscoli circuiti di feedback al suo interno. Un altro sfondo mutato, che tradisce l’immersione in un’altra meta-dimensione, la preparazione del suono raggiunge il suo apice, le corde tese in lunghezza e larghezza annunciano la soluzione del mistero o ne annunciano l’arrivo insondabile: la processione di San Traumartin. Campane deformi svolazzano, diffondendo il suono e annunciando la lettura. Qui vi lascio soli, liberi di completare questo viaggio e di dare la vostra interpretazione di ciò che accadrà dopo. Un altro anagramma? (LINK)


COLD STAR: A NOISE INC: SU SODAPOP

Tornati in attività da qualche anno (rimando all’ottimo articolo su Quaderni D’Altri Tempi, per chi volesse approfondire) i Cranioclast si uniscono al friulano Deison per un album collaborativo dove il sodalizio è subito cementato dall’adesione, da parte dell’italiano, al gioco degli anagrammi che da sempre caratterizza i tedeschi: il nome di ogni brano è la ricombinazione delle lettere che compongono le due ragioni sociali, salvo alcuni che contengono anche altro e che vanno decifrati.
Eppure – sarà suggestione – molti di titoli si adattano talmente bene alla musica, da far pensare che la titolazione sia precedente alla creazione del brano, lasciando al determinismo linguistico il ruolo di guida creativa: ci sorprenderemmo solo fino a un certo punto. D’altra parte, cos’è, se non una Sonic Declaration, una traccia d’apertura dove cadenze ripetitive ci ipnotizzano mentre frequenze disturbanti, ancor prima che disturbate, percorrono lo spazio ora come presenze brulicanti, ora come figure incorporee, dettando quelle che saranno le linee lungo cui si muoverà il lavoro?
Nato da uno scambio di file audio durato oltre 5 anni, Cold Star: A Noise Inc, ha la cifra del vero lavoro cooperativo: pur conoscendo la discografia degli artisti all’opera, non vi sarà facile distinguere i singoli contributi, ammesso che ciò abbia senso.  Ugualmente superfluo è interrogarsi sulla natura dei suoni, la cui origine di rado è riconoscibile (alcune voci, forse un sintetizzatore, oggetti di metallo variamente suonati,..): quello che conta è la loro presenza qui ed ora, il loro impossessarsi dello spettro sonoro e dello spazio, ridefinendoli.
Immerse in un’atmosfera sporca, che giustappone suoni cristallini e rumore, le sonorità torride, sezionate da battiti abnormi di Disconnect Solaria, l’ipotesi di colonna sonora che si arena fra le secche delle dissonanze in Add Necrosis Tonal, la progressione aritmica di Loss Draconic Tenia, le nebbie che ci rimandano echi jazz e memorie di poemi nella lunghissima Nico Closed Sinatra, possono anche essere catalogate come ambient – per quanto cupa e inquietante – ma è un’ambient che non ha spazi da sonorizzare, né paesaggi a cui ispirarsi, tantomeno immagini da suggerire.
Cold Star: A Noise Inc non rappresenta che sé stesso e solo a sé stesso e al proprio universo rimanda; un universo dove le parole, la musica, finanche le personalità degli artisti, sono altro da ciò che conosciamo.  Ma proprio perché il nostro punto di ascolto è esterno al contesto che l’ha generato, l’album assume per noi un diverso valore: quello di una dichiarazione di fede e di amore nei confronti del suono e della sua capacità di creare. (LINK)


COLD STAR: A NOISE INC: SU ONDAROCK

Nel 2024, a tre mesi dall’uscita dell’ultimo album dei Cranioclast, la Silentes di Stefano Gentile ha curato, con la complicità del sodale Cristiano Deison, la ristampa del loro secondo lavoro e un’ulteriore uscita che raccoglieva altri due tasselli discografici e alcune nuove tracce. A coronamento di tale operazione arriva adesso una collaborazione a pieno titolo tra il musicista friulano e l’enigmatico duo di Hagen.

L’ambito nel quale la sinergia si sviluppa non può che essere quello del verbo post-industrial, campo d’azione ampiamente declinato dagli attori coinvolti. Il materiale è stato registrato e messo a punto attraverso uno scambio costante avviato nel 2019 e durato un intero lustro, attività conclusasi dando alle stampe sette strutture sonore dal tono sinistro, improntate alla ridondanza ciclica.
Intitolati in perfetto stile Cranioclast utilizzando soltanto anagrammi della denominazione che firma il disco, i diversi ambienti modellati si sviluppano inseguendo traiettorie circolari definite dall’utilizzo di effetti tridimensionali (“Sonic Declarations”), pattern ritmici rigidi (“Disconnect Solaria”) e stagnazioni atmosferiche in loop (“Loss Draconic Tenia”).

A mettersi in mostra è soprattutto la capacità di creare atmosfere gravide di una tensione che non sale mai di intensità e tanto meno esplode, concedendo solo sporadiche aperture (“Acid Necrosis Tonal”) fino a confluire in un paesaggio elettroacustico ottundente, che da solo occupa oltre i due terzi dell’intera durata (“Nico Closed Sinatra”). Ed è proprio questa deriva atmosferica dall’andamento obliquo, potenzialmente illimitata, che ingloba un testo dello stesso Soltan Karik declamato da Michael Anacker/Kallabris, a segnare il punto più convincente di un’intersezione artistica interamente giocata su un territorio perfettamente noto ai suoi creatori e a chi ha seguito negli anni le loro tracce.(LINK)


COLD STAR: A NOISE INC: SU SO WHAT

Dalla collaborazione tra storiche eminenze post-industrial – il friulano Cristiano Deison e il duo di Hagen Cranioclast – nasce Cold Star: A Noise Inc., sette tracce per oltre settanta minuti di intense manipolazioni e stratificazioni di un flusso di materiale audio che dal 2019 al 2024 è liberamente circolato tra i tre musicisti. Emblematico di un’estetica musicale abrasiva e mai accondiscendente, l’album contempla l’enigma di un’umanità al collasso, compilando anagrammi che riscrivono i nomi e moltiplicano le personalità degli artisti – una metodologia che ritroviamo nell’ermetica creatività dei titoli così come in molte produzioni Cranioclast.

Il panning squadrato con cui si apre Sonic Declarations si dirada presto, rivelando la forma di un glaciale mantra artificiale di inintelligibile musicalità, programmatica celebrazione d’intenti eseguita con l’alfabeto disincantato proprio del suono industriale. Se appare meno convincente la texture ritmica monodimensionale di Disconnected Solaria, l’urticante agglomerato spinoso di Acts Candor Elision si rivela essere episodio tra i più interessanti dell’album.

Gli spiazzanti field recordings di Ricalcando Tossine or der Sankt Traumartinszug e il perpetuo riavvolgersi di spasmi sonici di Loss Draconic Tenia preparano agli oltre 27 minuti di Nico Closed Sinatra: una smisurata digressione psico-sintetica alle porte dell’inconscio che incorpora la voce di Michael Anacker aka Kallabris intento a leggere una porzione di un misterioso testo firmato dall’ancor più misterioso Soltan Karik (metà dei Cranioclast) , immerso all’interno di un denso e allucinato ambiente sonoro.

È superfluo sottolineare quanto il disco sia un ascolto decisamente impegnativo (alle volte anche difficoltoso). È un album che obbedisce a precise regole estetiche che i cultori della ricerca sperimentale più caustica apprezzeranno senz’altro. Produce Silentes, etichetta tra le poche in Italia ad indagare il suono post-industriale garantendo sempre la massima qualità. (LINK)


COLD STAR: A NOISE INC: SU VER SACRUM

Cosa si genera dall’incontro tra Cristiano Deison e i Cranioclast? Cold Star: a Noise Inc. potrei affermare sbrigativamente, ma la risposta merita ben altre considerazioni più approfondite.

Deison calca la scena elettronica sperimentale da oltre 25 anni con un vasto repertorio di loop, registrazioni sul campo e droni, sviluppando trame sonore tanto affascinanti quanto complesse. Il talentuoso artista italiano ha nel suo curriculum una lunghissima lista di collaborazioni eccellenti: Teho Teardo, Balestrazzi, Lasse Marhaug, John Duncan, Thurston Moore, Scanner, Shee Retina Stimulants, per fare alcuni nomi.

I Cranioclast, band industrial tedesca dalla marcata vena sperimentale attiva dal lontano 1982, sono da sempre immersi in un fitto alone di mistero. Innanzitutto dopo oltre quarant’anni non si conoscono ancora la loro identità, le  generalità anagrafiche, dato che i nomi adottati sin dal principio, Sankt Klario e Soltan Karik, non sono altro che anagrammi di Cranioclast (con la variante K al posto della C). L’unico elemento certo è la città d’appartenenza, Hagen in Germania. Oltre questo dato, un banco perenne di fitta nebbia. 

Pare evidente, tra l’altro, che al duo tedesco la voglia di giocare con le parole non sia passata e abbia persino contagiato Cristiano Deison, poichè tutti i titoli del progetto a due mani (a sei a dire il vero) sono degli anagrammi di Cold Star a Noise Inc. Le sette tracce del disco sono dei profondi graffi elettroacustici, roboanti frastuoni metallici dalla struttura circolare, suoni che rincorrono altri suoni uguali a se stessi in un moto perpetuo senza fine, immersi in una stagnante sensazione di tensione, attendendo che qualcosa accada, constatando che nulla potrà mai accadere. Quello che colpisce maggiormente di Cold Star a Noise Inc. è una profonda ricercatezza dei rumori ambientali declinati in infinite modulazioni, uno studio meticoloso e certosino votato a sconvolgere profondamente l’ascoltatore. Ritornando alla domanda iniziale, possiamo affermare con assoluta certezza che l’incontro tra Cristiano Deison e i Cranioclast ha generato uno sconvolgente flusso sonoro, figlio di grandi e durature esperienze nel campo dell’elettronica che si sono contaminate a vicenda, amalgamate e finalizzate in questo mirabile lavoro, dopo una collaborazione iniziata nel 2019.  

Prodotto dalla eccellente etichetta italiana Silentes (se non avete ancora consultato il suo catalogo vi consiglio vivamente di farlo), in edizione limitata di 200 compact disc,  Cold Star: a Noise Inc. si può collocare con pieno merito nella lista dei dischi più interessanti dell’anno. Imperativo: ascolto improrogabile. (LINK)


COLD STAR: A NOISE INC: ON VITAL WEEKLY

The last one is the CD I originally wanted to start with, as, spoiler alert, this is the best one. I was surprised to see a collaboration involving Cranioclast, as that’s not something likely to happen. Between 2019 and 2024, they worked with Deison, Italy’s noise composer of dark, brooding electronic textures. Deison “recorded, collected and manipulated at 1st Floor Studio” then went to “Soltan Karik with the virtual succour by Sankt Klario”, as it is, mysterious as ever, called. There’s help from Kallabris, who works in the same sphere as Canioclast, completing the circle. More mystery ahead: “Tracks are segmented as circular encyclicas and the notorious use of anagrams is adopted for each title.” I never figured out how Cranioclast works as a band, their instruments, and their technology and from Deison, I know he loves electronics, collage, turntables and noise, which, comes to think of it, might also be something you could say of Cranioclast, and going by the music on this CD, they’re having a good time with the sound material. As always with Cranioclast and perhaps to some extent also with Deison, there is a ritualistic aspect to the music. Whether it is the dragging of metal rods across the concrete in ‘Nico Closed Sinatra’ or the various slow thuds of percussive sound, the call to service or prayer (it can be a pagan call if you like this), the music is a complex myriad of sounds and textures, drones, hushed voices, processed field recordings and a delight to hear. Rich textures, quite ambient but full of rough edges, deep bass end, mildly high rattling of cages and chains. An album full of mysterious sounds and mysteries in general, and throughout an excellent record. Let’s hope this is the beginning of many more great collaborations between these two musical projects. (LINK)


COLD STAR: A NOISE INC: SU DEBASER

Cold Star: A Noise Inc. – Deison / Cranioclast: Il Suono della Fine, il Rumore dell’Inizio
La stella fredda si è spenta da tempo, eppure il suo eco sopravvive in una registrazione impossibile, un’onda fantasma che si insinua negli interstizi del silenzio. Cold Star: A Noise Inc., la collaborazione tra Deison e Cranioclast, è il suono residuale di un mondo in rovina, un segnale trasmesso da una civiltà estinta, raccolto e frammentato in undici distorsioni del reale.
Frutto di uno scambio virtuale durato dal 2019 al 2024, questo lavoro non è solo un’opera musicale, ma un esperimento di ricomposizione postuma. I suoni vengono sezionati, ricombinati, destrutturati in una serie di enigmatiche enciclopedie circolari, frammenti di conoscenza perduta rimodellati attraverso il caos elettronico. L’uso degli anagrammi per i titoli non è un gioco linguistico, ma un codice, una crittografia psichica che nasconde un ordine segreto nella disgregazione.
L’enigma Cranioclast: tra anonimato e decostruzione sonora
Nulla, o quasi, si sa dei membri di Cranioclast. Non esistono generalità anagrafiche, né dettagli biografici: solo un alone enigmatico che li avvolge fin dagli esordi. Ogni loro pubblicazione è un frammento di un puzzle indecifrabile, ogni nome un enigma linguistico. Il loro stesso pseudonimo è una mutazione continua: Kranioklast all’inizio, poi Cranioclast, e infine Sankt Klario e Soltan Karik, anagrammi che si rincorrono in un gioco di specchi lessicali e concettuali.
Questa opacità identitaria non è semplice strategia elusiva, ma un atto di sabotaggio della personalità artistica: la musica di Cranioclast è un organismo autonomo, una voce che non necessita di volti. In Cold Star: A Noise Inc. questa filosofia raggiunge il suo apice: le tracce sembrano generate da un’intelligenza arcana, svincolata da qualsiasi attributo umano.
L’architettura sonora del collasso
Deison e Cranioclast costruiscono il loro paesaggio sonoro come un archivio di macerie digitali. Il rumore diventa struttura, la distorsione si trasforma in un linguaggio, il glitch è il battito cardiaco di una macchina che non sa di essere morta.
Qui il suono non accompagna: si impone, frattura il tempo e lo riconfigura in cicli ossessivi, come un loop che si dissolve prima di completarsi. I paesaggi sonori si alternano tra vastità siderali e claustrofobie industriali, tra sibili sintetici e colate di feedback che risuonano come sirene di allerta di una città abbandonata. Non esiste conforto, non c’è una narrazione lineare, ma solo immersione totale in un ambiente ostile e magnetico.
Un rituale di trasmissione tra rovine
L’influenza di Michael di Kallabris e la lettura di Sankt Traumartinszug di Soltan Karik sono il sigillo finale su questa escursione sonora. La voce si dissolve in un’onda lunga, un requiem sintetico che accompagna il dissolvimento di ogni riferimento conosciuto. La sound art qui si spinge oltre la sperimentazione: è un atto di archeologia sonora, un’evocazione di segnali perduti, una comunicazione tra entità che forse non esistono più.
La collaborazione tra Deison e Cranioclast segna un nuovo capitolo della sound art contemporanea. Cold Star: A Noise Inc. è un’implosione di suono e memoria, il crepitio di una civiltà che si dissolve nelle interferenze dell’etere.
Non c’è luce in questa stella, solo il rumore che rimane. (LINK)